Il carnevale di Acireale, definito Il più bel Carnevale di Sicilia, è uno dei più antichi dell’isola, e si svolge ogni anno nella città di Acireale in provincia di Catania. Tra le sue caratteristiche vi è la sfilata dei carri allegorici ed infiorati.
I carri allegorico-grotteschi in cartapesta sono opere finemente lavorate, che danno il loro spettacolo attraverso migliaia di lampadine e luci, movimenti spettacolari e scenografie in continua evoluzione durante le esibizioni. Sono gli unici carri al mondo ad utilizzare simili impianti di luci e movimenti meccanici ed idraulici.
I carri infiorati hanno la caratteristica, simile a quella di diversi carnevali della Costa Azzurra e della Liguria, di mostrare soggetti creati interamente con fiori (veri) disposti uno a fianco all’altro. Sono anch’essi dotati di movimenti meccanici e luci.
I carristi lavorano tutto l’anno per offrire al pubblico, soprattutto con il calare delle tenebre, uno spettacolo unico al mondo.

Storia
Il carnevale acese ha origini antichissime. Si pensa, infatti, che la manifestazione sia nata spontaneamente fra la gente e quindi ripetuta negli anni dal popolo, che libero dai rigidi vincoli, poteva con una certa libertà scherzare, dando luogo a saturnali in maschera dove era uso prendere di mira i potenti del tempo con satira e sberleffi. Una delle prime maschere del carnevale acese fu l’Abbatazzu (detto anche Pueta Minutizzu) che, portando in giro grossi libri ironizzava sulla classe clericale del tempo, ed in special modo sull’Abate-Vescovo di Catania, nella cui diocesi ricadeva per l’appunto la cittadina.
Il primo documento ufficiale che cita la manifestazione è un mandato di pagamente del 1594.
Nel XVII secolo era usanza fare una Battaglia di arance e limoni tanto sentita che il 3 marzo del 1612 la Corte Criminale era costretta a bandirla. Alle fine del XVII secolo, il terremoto che sconvolse la Sicilia Orientale decretò anche un periodo di lutto e per diversi anni il tradizionale carnevale non si tenne. Ma già ai primi del XVIII secolo la manifestazione rinasceva, probabilmente anche incoraggiata dal momento di grande fermento e di speranze che si era venuto a creare con la ricostruzione post-sisma. Entrarono in scena alcune maschere nuove u Baruni (il barone) ed i famosissimi Manti.
Dal 1880 iniziarono le sfilate dei carri allegorici. Inizialmente furono preceduti delle carrozze dei nobili addobbate (detti le cassariate o landaus) e successivamente vennero pensati i carri in cartapesta. Si pensò proprio alla cartapesta perché in città vi erano molti artigiani che già utilizzavano questa tecnica per decorazioni.
Dal 1929, anno della istituzione della azienda autonoma e stazione di cura di Acireale, il Carnevale Acese viene organizzato così come lo si può ammirare oggi. Dal 1930, vennero introdotte le macchine infiorate, ovvero auto addobbate di fiori, altra peculiarità della manifestazione che sopravviverà sino ai giorni nostri, pur se ormai allestiti in carri ben più grandi.
In alcune edizioni verranno anche creati dei carri addobbati con agrumi.
Del 1934 è la prima edizione del Numero Unico, a cura del locale Circolo Universitario una pubblicazione destinata ad accompagnare tutte le edizioni. Nel secondo dopoguerra vi sarà la introduzione dei minicarri (detti Lilliput) all’interno dei quali vi era un bambino.L’usanza dei minicarri durerà però solo sino alla fine degli anni Sessanta. Cola Taddazzue Quadaredda, ai quali successe il popolarissimo Ciccitto (l’indimenticato Salvatore Grasso) furono alcuni dei personaggi più famosi.
La manifestazione sarà interrotta, oltre che alla fine del XVII secolo anche nei periodi bellici durante le due guerre mondiali del XX secolo. Inoltre sarà posticipata nel 1991, come precauzione di sicurezza per la contemporanea Guerra del Golfo. Nel 1996, 1997, 2001 e 2006 la manifestazione farà parte della lotteria di Carnevale, del Monopolio di Stato. Nel 2006 viene assegnato alla manifestazione il premio europeo Alberto Sargentini dalla omonima fondazione di Viareggio. Nel 2010 il Carnevale di Acireale è stato abbinato, ancora una volta, alla Lotteria Nazionale e al Carnevale di Viareggio, manifestazioni gemellate insieme ad altri Carnevali italiani.

Maschere Storiche

L’Abbatazzu
L’Abbatazzu fu una delle maschere antiche del carnevale acese, storicamente in uso dal 1667. Vestiti in maniera stravagante, usavano portare grandi parrucche bianche in testa, indossavano abiti di Damasco ricchi di fronzoli ed andavano in giro con grossi libri. Avevano un grande tovagliolo appeso al collo, che era un antico segno dato alle persone infette e probabilmente aveva l’intento di esorcizzare le paure di un periodo storico (il XVII secolo) travagliato da gravi pandemie. L’Abbatazzu era anche detto Pueta Minutizzu perché solevano recitare delle poesie grottesche e maliziose. Secondo alcni storici, la maschera ironizzava sulla classe clericale del tempo, ed in special modo sull’Abate-Vescovo di Catania, Mons. Michelangelo Bonadies, nella cui diocesi ricadeva per l’appunto la cittadina.
I Baruni
Il Baruni fu la maschera successiva del più famoso Abbatazzu. In genere i Baruni indossavano una grossa cappa, un cappellone a cilindro, nastrini sgargianti, grossi colletti, grosse catene, con portamento grossolano e bifolco. Essi miravano a far il verso alla nobiltà.
I Manti ed i Domino
I Manti, furono la figura che più successo ebbe nella tradizione del carnevale acese. Coperti da grossi mantelli di seta nera, che celavano l’identità, furono paragonati ai Bauttaveneziani. La figura fu poi sostituita nel tempo dal Domino. Anche il Domino era una maschera completamente nera che celava l’identità, ma con vesti meno ricche. Il costume fu poi bandito per motivi di pubblica sicurezza nei primi anni del XX secolo, poiché alcuni malviventi usano travestirsi così per celare la propria identità e confondersi nella folla intenta a festeggiare il carnevale dopo aver compiuto delitti.
Cola Taddazzu e Quadaredda
Cola Taddazza e Quadaredda furono maschere molto popolari introdotte negli anni cinquanta del XX secolo.
Le Manifestazioni
Il carnevale oggi si svolge nello stupendo scenario barocco del centro storico, ha il suo centro nella magnifica Piazza Duomo. Totalmente gratuito, vede la folla partecipare attivamente alla manifestazione, che viene trascinata dal generale clima allegro ed euforico. Gemellato con il Carnevale di Viareggio vi è anche la partecipazione di alcuni costumi del Carnevale di Venezia.
Il programma tradizionale prevede la sfilata dei carri di cartapesta il giovedì,la domenica ed il martedì grasso, mentre i carri infiorati sfilano il lunedì ed il martedì. Da alcuni anni tuttavia il programma è mutato, i carri allegorici sfilano anche le due domeniche precedenti ed i carri infiorati sfilano in tutti i giorni. La manifestazione si chiude comunque la sera del martedì grasso con le premiazioni ed i tradizionali fuochi d’artificio con cui si suole bruciare il Re Carnevale. Caratteri peculiari della manifestazione sono:
Carri Allegorico-Grotteschi in Cartapesta
Sono grandi costruzioni in cartapesta che trattano argomenti di satira e costume sociale. Sono caratterizzati oltre che dal soggetto, anche dal colore, dagli effetti e dal movimenti di alcune parti che generalmente si attivano appena giunti in Piazza Duomo. I carristi lavorano nei cantieri, fra la progettazione e la realizzazione per diversi mesi. Attualmente al completamento dei carri è dedicato un apposito spazio coperto dove trovano spazio i diversi cantieri.
Carri Infiorati
Introdotti nel 1931, inizialmente erano delle automobili ricoperte di fiori, e per questo chiamate da molti ancora le Macchine Infiorate. Oggi invece sono dei carri di grandi dimensioni dove le figure sono composte da centinaia di migliaia di fiori con movimenti e luci.
Carri in Miniatura
Sono carri di piccole dimensioni realizzate minuziosamente per il concorso divenuto ormai tradizionale e che si tiene nel periodo dei festeggiamenti. Alcuni dei carri in miniatura sono proprio miniature dei carri allegorico-grotteschi che sfilano per le strade. come si fanno i movimenti?’
Numero Unico
Si tratta di una pubblicazione di satira locale redatta dai soci del locale Circolo Universitario initerrottamente dal 1932, e che ormai è entrato nella tradizione del carnevale acese.